“Mio padre faceva il sarto, un mestiere rinomatissimo in quei momenti ed era conosciutissimo in tutta la zona. Non appena ebbi finito le elementari mi avviò subito a questa professione con grande entusiasmo perchè sapeva di darmi un lavoro sicuro e di soddisfazione. In fatti in quei tempi regnava la miseria in tutte le case ma nella nostra si andava molto bene, perchè mio padre aveva una clientela per la maggior parte di contadini ed alla fine del raccolto si passava da queste famiglie in campagna con un somarello, generalmente lo guidavo io e ci si riempiva un pò di tutto. Chi ci dava mezzo quintale di grano oppure ottanta chili di granturco, chi legna, chi uova; insomma il fabbisogno in cambio per tutto ‘anno per il lavoro da sarto ricevuti. La nostra era una delle posizioni migliori, infatti quando una famiglia poteva avere tutto questo ben di Dio in casa, era allora considerata benestante…”
Tratto da Guida alla Romagna di Secondo Casadei
di Gianfranco Miro Gori
Panozzo Editore
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